Camera di Commercio, Cna: “Violata la legge, ora ripristinare le regole del gioco”

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Camera di Commercio, dopo la sentenza del Tar di Salerno che ha annullato la delibera di elezione di Costantino Capone alla guida dell’ente di Avellino, la Cna è pronta ad aprire la seconda fase. Domani, venerdì 18 marzo, la giunta dovrebbe prendere atto della sentenza ed affidare la reggenza, come previsto dallo statuto camerale, all’attuale vicepresidente, il direttore della Coldiretti Salvatore Loffreda. “In realtà – precisa l’avvocato Giuseppe Barrasso che ha seguito il ricorso di Cna e Confesercenti – la presa d’atto sarebbe dovuto avvenire in consiglio, perché è lì che si è prodotta la delibera poi annullata dal Tar. Comunque, a questo punto, l’importante è che si proceda a ripristinare gli organi competenti per garantire la continuità amministrativa. In questa fase di più non si può fare, altri atti non se ne possono firmare fino alla ratifica del consiglio e la nomina del nuovo presidente. Dalla pronuncia del Tar (datata 8 marzo ndr) Capone non è più presidente e l’ente è di fatto bloccato”. Loffreda potrà restare in carica per massimo trenta giorni, il tempo necessario per convocare il consiglio e procedere alle nuove elezioni. “In caso di mancata osservanza della sentenza – aggiunge l’avvocato – ci sono tutti gli strumenti di tutela del caso, a partire dal potere di scioglimento che, come nel caso di Reggio Calabria, è in capo alla Regione. Così come può intervenire anche la magistratura penale e amministrativa, anche se noi siamo convinti che non sarà necessario arrivare fino a questo punto”. Per il presidente della Cna Ciriaco Coscia, in conferenza stampa con il segretario Lucio Fierro, è arrivato il momento di chiudere il caso e ripartire. “La sentenza del Tar di Salerno si aggiunge a quelle simili di Lombardia e Calabria, dando così vita ad una giurisprudenza che, a questo punto, non sembra lasciare più molti dubbi sull’interpretazione della legge che limitava il numero di mandati alla guida della Camera di Commercio. Il quarto mandato di Capone era ingiustificabile: siamo contenti, ma non festeggiamo, perché alla fine ci premeva solo di ripristinare una situazione di legalità e normalità in capo all’ente”. Coscia non risparmia critiche anche alle scelte e le iniziative messe in campo da Capone negli ultimi mesi. “Qualcuno dovrebbe spiegare quali sono stati gli effetti prodotti dalla partecipazione all’Expo di Milano o dalla scelta di andare da soli al Vinitaly. Sono iniziative che servono a poco perché non esiste ancora un brand unico della nostra provincia in grado di legare le nostre produzioni al territorio, di veicolare un messaggio unico e condiviso. L’ente camerale ha il dovere di mettere in rete le imprese, di promuovere il nostro territorio. Basti pensare al Greco di Tufo, eccellenza di questa provincia e non solo. L’Irpinia ne può produrre fino a 6 milioni di bottiglie, quanti sono i campani. Basterebbe il mercato regionale per soddisfare l’offerta, ed invece ci tocca andare sempre alla caccia di nuovi mercati anche per l’incapacità dell’ente camerale di valorizzare e veicolare al meglio le produzioni locali. La verità è che su tutte le iniziative camerali è sempre stato impossibile un confronto aperto e sereno per capire gli effettivi risultati raggiunti. Così come per il microcredito o le innumerevoli attività di formazione, spesso non rispondenti alle effettive esigenze del tessuto imprenditoriale locale. Qualcosa si è fatto in questi casi, ma si poteva e doveva fare di più. Purtroppo – conclude – i nostri continui appelli al confronto ed al rinnovamento sono sempre caduti nel vuoto. Siamo stati esclusi dalla giunta perchè qualcuno ha voluto tenerci ai margini, ma ora crediamo si possa finalmente voltare pagina”.